Amici del Rosaz in Mozambico

Il gruppo Francescano “Amici del beato Rosaz” è nato nel 2017 ed è costituito di giovani e adulti laici, accompagnati dalle suore presenti nella missione di San Giovanni Battista a Morrumbene, che desiderano vivere più a fondo la loro vita cristiana, seguendo l'esempio e secondo il carisma del beato Edoardo Rosaz.

La storia
L’inizio del gruppo e la sua costituzione ha avuto uno sviluppo graduale. Ebbe il suo germe fin dall’arrivo delle Suore nella missione, nel 1996, quando alcuni laici che conoscevano e potevano osservare la vita nella comunità, furono ammirati dalla vita delle Suore. Attraverso il contatto più vicino con la vita della fraternità, si instaurò in essi un legame tra la vita cristiana di fede, zelo apostolico, e la pratica di carità, soprattutto verso i poveri, gli ammalati, con grande amore per i giovani, senza esclusione di nessuno.
Intanto qualcuno iniziò ad esprimere il desiderio di vivere questo stile di vita e, dopo una incertezza iniziale, chiese più informazioni sulla vita del nostro fondatore. Con questo studio, e con un più profondo legame con le sorelle e il carisma, maturò la richiesta di dar vita ad un gruppo di laici per un percorso di accomagnamento nella conoscenza del carisma e, insieme, per un progetto di animazione missionaria nelle realtà della missione.
Fu così che si diede inizio agli incontri, che furono molto apprezzati, e con il passaparola si aggiunsero molte altre persone. Convinte che l’esperienza stava offrendo risposte ad un bisogno della comunità, un aiuto a vivere più pienamente il Battesimo, si pensò di trasformare questa esperienza in un progetto visibile e integrato nella comunità locale, con il proposito di mantenere sempre forte e vivo il legame e l’appartenenza alla Chiesa del luogo.
Il primo gruppo nacque ufficialmente il 22 ottobre 2017, nella Giornata mondiale delle missioni: circa 70 laici tra giovani, adulti, anziani, ed è tuttora attivo.

Attualità
Nel 2020 i gruppi attivi sono presenti in diverse città: oltre a Morrubene, anche Furvela, Pateguame, Meluge. In ciascuno di essi, un rappresentante accompagna la formazione, con particolare attenzione alle priorità e alle iniziative di carità. Tra queste opere ricordiamo: visite domiciliari agli anziani ed ammalati, visita e catechesi ai carcerati con aiuti di generi alimentari, promozione della donna e degli adolescenti in situazione di precarietà sociale: attraverso corsi di taglio e cucito, ricami, e lavori artigianali, presenza solidale e sostegno per le famiglie in difficoltà.
Il beato Rosaz non lasciò precise indicazioni scritte sul modo di lavorare con i laici e con i carismi presenti nella Chiesa, ma la sua concreta azione pastorale con i fedeli era fatta di ascolto, valorizzazione, coinvolgimento di ognuno nella condivisione degli ideali evangelici. Così egli si prodigava, mettendo al centro il bene della persona, realizzando il principio evangelico ispiratore “Farmi tutto a tutti per guadagnare tutti a Cristo.” Il carisma della nostra famiglia religiosa continua ad essere una fiamma che arde, attuata nell’amore verso i poveri, i giovani, gli ammalati, i migranti e tutte le persone nel pericolo e nella precarietà.