Edoardo Giuseppe Rosaz nacque a Susa, in provincia di Torino, nel 1830, da una famiglia benestante emigrata da Termignon, un vicino paesino della vicina Francia, e fu battezzato il giorno successivo la sua nascita, nella antica cattedrale di San Giusto.
Fin da piccolo si distinse per la sua sensibilità e profondità di spirito, un'indole paziente, pacifica, profondamente buona, portata al bene altrui. Seppe costruirsi amicizie solide e durature, con le quali condivise le sue sane e profonde passioni. Edoardo cresceva molto gracile e delicato nella salute, rimase orfano nell'adolescenza e soffrì dolorosi avvenimenti, che lo segnarono profondamente nel cuore e nello spirito.
La vocazione sacerdotale è dono di Dio, ed Edoardo la coltivò nel suo cuore fin da piccolo. Desiderava essere missionario, ma la salute precaria non glielo permise. Nel 1847 Edoardo entrò in seminario, accolto da Mons. Odone l'allora vescovo di Susa, che lo aiutò nel percorso, non semplice, dei suoi studi.
Grazie al consiglio del fratello medico, Edoardo fu sempre in cammino all'aria aperta, non vagando come viandante per caso, ma in pellegrinaggio, con un movimento fisico che si accompagnava a quello spirituale. Il suo, non era solo per esercizio del corpo o per una curiosità, ma era uno stile di preghiera: camminare è proprio dei poveri, è la preghiera più semplice, quella detta con il cuore. Così, durante il suo percorso di conversione, conobbe San Francesco d'Assisi, e divenne terziario francescano, assumendo e abbracciando in totalità lo stile di vita e il metodo spirituale proprio francescano, in estrema povertà, vivendo con grande umiltà e spirito di penitenza la sua missione di pastore.
Nel 1854 fu ordinato sacerdote nella diocesi di Nizza Marittima, e lì, dinanzi all'altare dell'Addolorata, ebbe un'ispirazione Divina: fondare una congregazione di suore "che si dedicassero all'educazione delle povere fanciulle del popolo, affidate unicamente alla Divina Provvidenza".
Il Rosaz fu sempre un prete occupato di giovani in difficoltà, carcerati, ammalati, anziani. Usò tutti i suoi beni per prendersi cura dei poveri e dei loro bisogni. Egli visse da povero per i poveri, e tutti i fedeli accorrevano al suo confessionale, attratti da quella pace e serenità che trasmetteva con la sua predicazione.
Si prodigò per assistere numerose giovani, che per problemi familiari o per povertà, vagavano chiedendo aiuto, raccomandandole ad amici sacerdoti, tra cui don Bosco e il canonico Anglesio. Le ragazze bisognose erano molte e la fama della sua generosità si sparse, tanto che che ebbe inizio, con l'aiuto della divina Provvidenza e con la collaborazione di una mamma, la signora Pesando, "il Ritiro" delle giovani orfane.
Tre delle giovani cresciute nel Ritiro, volendo vivere come lui nello stile francescano, l'8 dicembre 1874 presero l'abito della penitenza. Nacque così l'istituto delle Suore Francescane Missionarie di Susa, senza strutture, con pochi strumenti, ma grande e attenta disponibilità.
Fu consacrato Vescovo di Susa il 24 febbraio 1878 e svolgerà con grande carità e zelo questo ministero, risvegliando la comunità parrocchiali, promuovendo la formazione cristiana per tutti i fedeli, soprattutto per le classi più povere, senza mai abbandonare la catechesi dei fanciulli e il confessionale.
Morì il 3 maggio del 1903, per l'aggravamento della malattia, mentre invitava tutti i presenti a lodare e ringraziare il Signore.
Nel 1991 San Giovanni Paolo II lo proclamerà beato.